HOTEL BORGES
Piccola Compagnia della Magnolia
Creazione 2023
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Scrittura | Regia Giorgia Cerruti
In scena | Davide Giglio
Liberamente ispirato alle atmosfere di Borges e altri visionari…
Cocteau, Petrolini, Sgorbani, Fellini, Arrabal
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“Dopo vent’anni di lontananza, nella primavera 2023 sono tornata a rileggere Borges,
con il suo mondo ingordo capace di tenere uniti realtà e artificio.
Ho riletto i suoi racconti, in maniera intermittente e randomica, e ho avuto la sensazione
di attraversare una storia dell’umanità. Ho così deciso di scrivere un testo che partisse da
quell’universo ma operando delle variazioni, creando riscritture metamorfiche o scrivendo brani
inediti suggestionati anche dalle atmosfere di altri amici visionari (Cocteau, Petrolini, Sgorbani, Fellini, Arrabal).
Ne è nato uno spettacolo… “quasi dadaista”. Un capriccio nonsense, ironico e doloroso, immerso in un realismo magico un po’ anarchico e a briglie sciolte. Uno spettacolo che non vuol raccontare niente, senza un finale. Un inno alla gioia impetuosa di vivere, che ha per protagonista Fortunello, un giovane uomo che trascorre il tempo in un’ipotetica cantina, immerso in un mondo parallelo che è anche un luogo della mente, l’incanto dell’immaginazione. Qui scopriamo la sua fragilità e intuiamo la sua solitudine nel resoconto di come trascorrono le giornate.
Fortunello è governato dal sogno di diventare concierge in un grande albergo.
Un albergo-labirinto, un modello del mondo dove immergersi nella moltitudine dell’universo e comprendere che accettare di perdere una qualsivoglia sovranità sulle persone e sulle cose è una benedizione. È un ragazzo speciale, un ipotetico Asterione; nella testa ha una pietra d’oro che contiene tutto il cosmo, ma nel giorno del suo diciottesimo compleanno, sulla soglia dell’età adulta, vorrebbero portarlo fuori dalla cantina e togliergliela.
Come misurarsi con gli altri? O ti uniformizzi o ti sopprimono? Che succede fuori?
Forse nulla di così netto e torvo, nulla di terribile; noi siamo il nostro primo e ultimo luogo…un luogo senza sforzo, dove i vivi e i morti si confondono e solidarizzano, e così fanno anche gli animali e le persone, i personaggi mitologici e quelli storici, un luogo capace di tenere uniti realtà e artificio, un luogo irriverente dove divertirsi alle volte a deformare e falsificare deliberatamente i ricordi secondo la fantasia.
Dentro a HOTEL BORGES ci siamo noi, tesi tra passato e futuro, intenti a individuare quella cosa in cui brilliamo, quell’idea da perseguire e che meglio di ogni altra traduce chi siamo. Ci siamo noi, immersi nel nostro romanzo di formazione, alla ricerca del modo più autentico o idoneo di vivere.
In scena, solo ma condotto da molte visitazioni, c’è Davide Giglio, attore meraviglioso per forza e fragilità, cofondatore della Piccola Compagnia della Magnolia e presenza cardine di tutti i lavori dell’ensemble; qui egli si misura con una drammaturgia fluida e poetica pensata sul corpo dell’attore, dove il bisogno di comunicare è contemporaneamente contenuto, struttura e forma dello spettacolo stesso.
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Proviamo a raccontare - attraverso il teatro - il tentativo di farsi spazio in un mondo che non è mai su misura, un abito da adattare incessantemente, in quel volo scomposto e incerto che è la vita. Rovistiamo ancora e nuovamente tra i temi a noi cari da vent'anni, impastando contaminazioni, utilizzando la scena come trampolino (o precipizio) per tornare là, al cuore intatto della misura umana delle cose”.
Giorgia Cerruti
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Jim Morrison
“la solitudine è ascoltare il vento e non poterlo raccontare a nessuno”
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DICONO DELLO SPETTACOLO
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Barbara Berardi per TeatroeCriticaLAB - Teatro e Critica_INFINITO FUTURO, Todi Off Festival. Prima nazionale
[…] nel corpo, nella voce, nella forza interpretativa cangiante di Davide Giglio, in completo bianco, con le mani e il volto dipinti di oro, che porta in scena un personaggio esuberante, dalla dolcezza infantile e disperatamente istrionico [...]
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Marco Menini per Krapp's Last Post, Todi Off Festival. Prima nazionale
Da un lato la gran prova d'attore di Davide Giglio in "Hotel Borges" che, in uno spettacolo onirico, lirico e sognante, si misura felicemente tra gli altri con la figura di Ettore Petrolini, dimostrando coraggio e capacità di rischiare. [...] Abbandonarsi al flusso di pensieri, parole e improvvise discese anarchiche nel quotidiano che ci circonda è forse il miglior modo di godere appieno di questo lavoro, che dapprima ci disorienta ma che poi finisce col ripagarci, fino a riemergere nelle nostre menti a poco a poco nei giorni seguenti, come certi oggetti restituiti dal mare dopo una libecciata.
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